Mutui casa, spread ancora ai minimi storici

mutui casa report crif
Condividi
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Secondo quanto afferma l’ultima Bussola Mutui di Crif, alla fine del primo trimestre 2017 gli spread medi sui mutui a tasso fisso e a tasso variabile permangono su livelli minimi storici, con un’ulteriore contrazione per quanto concerne i migliori spread trimestrali.

Lo studio condotto da Crif ha ipotizzato la richiesta di un mutuo di 140 mila euro su un valore immobile di 220 mila euro (LTV < 65%), per la durata di 20 anni. Ne è derivata una media sui migliori spread a tasso fisso pari a 40 punti base, e di 100 punti base se invece si sposta l’attenzione nei confronti dei mutui a tasso di interesse variabile. Ne consegue altresì l’impressione che, almeno per il momento, il mercato creditizio italiano ha preferito far slittare il prevedibile incremento del costo del denaro per le operazioni di finanziamento immobiliare al secondo trimestre 2017, o ancora oltre.

Crescono gli importi medi richiesti

Se lo spread sui mutui a tasso fisso e a tasso variabile non cresce, lo stesso non si può certamente dire nei confronti degli importi medi domandati che, nel periodo oggetto di valutazione da parte di Crif, sono saliti a quota 116,5 mila euro, qualche migliaio di euro in più rispetto a quanto non avvenisse qualche mese prima. Si tratta di un passo in avanti non radicale, ma comunque sufficiente per poter invertire la tendenza che aveva contraddistinto i trimestri precedenti, quando un atteggiamento più prudente da parte dei mutuatari italiani aveva condotto in diminuzione l’importo medio richiesto al sistema creditizio.

Peraltro, è molto probabile che l’incremento dell’importo medio richiesto sia anche figlio della lieve attenuazione del peso delle surroghe sul totale dei finanziamenti domandati. Una evidenza che sembra abbracciare anche le considerazioni effettuabili nei confronti della durata del piano di ammortamento dei mutui, sempre più in grado di spingersi verso e oltre i 20 anni, proprio in virtù della flessione del peso relativo delle surroghe del mutuo (che hanno mediante un’estensione temporale più ridotta).

E nel secondo trimestre?

Difficile cercare di anticipare quali sono le tendenze in corso di maturazione durante il secondo trimestre, valutato che almeno per il momento non vi sono dati consuntivi infra-periodali. Dalle prime avvisaglie è tuttavia possibile affermare che i trend tracciati nei primi tre mesi dell’anno dovrebbero continuare: ipotizziamo per tanto una ulteriore preferenza nei confronti dei mutui a tasso fisso, per durate che si spingeranno sempre più intorno ai 20-25 anni, e con un ulteriore contenimento delle surroghe rispetto al totale dei finanziamenti richiesti dalle famiglie italiane.

Complessivamente, condizioni di sicura convenienza per tutti coloro i quali ambiscono ad accendere un mutuo per il compimento di un’operazione immobiliare, sfruttando il giusto mix tra valori medi di mercato piuttosto contenuti, e un livello di supporto creditizio sempre più convincente da parte degli operatori tricolori.

Ti è piaciuto questo articolo?
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
Rispetiamo la tua privacy
Informativa Privacy e Cookie

Olona Case Immobiliare
Seguici

Condividi
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •