Continua a crescere lo stock immobiliare del mercato italiano

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Lo stock immobiliare italiano continua a crescere tanto che – affermano le ultime Statistiche catastali dell’OMI – il numero di unità immobiliari censite negli archivi catastali italiani è oggi di quasi 75,5 milioni di immobili o loro porzioni, di cui circa 65 milioni riconducibili alle categorie catastali ordinarie e speciali, con attribuzione di rendita. Sono invece poco meno di 3,5 milioni le unità censite nelle categorie catastali del gruppo F, unità non idonee a produrre reddito, mentre sono poco più di 6,5 milioni i beni comuni non censibili o in lavorazione.

I dati sullo stock immobiliare

Sono ancora i dati delle Statistiche  a sottolineare come la maggior parte delle unità immobiliari produttrici di reddito siano censite nel gruppo A (55%) e nel gruppo C (40%), laddove sono compresi non solamente gli immobili commerciali (si pensi a negozi, magazzini e laboratori), quanto anche le pertinenze delle abitazioni (come soffitte, cantine, box e posti auto).

La rimanente parte dello stock, pari a circa il 3%, è riconducibile a immobili censiti nei gruppi a destinazione speciale (gruppo D), particolare (gruppo E) e d’uso collettivo (gruppo B).

I dati sulla rendita

Passando ai dati sulla rendita catastale, la quota maggiore è rappresentata dagli immobili del gruppo A e C, per un peso complessivo pari a quasi i due terzi del totale: su un valore complessivo di rendita pari a 37,4 miliardi di euro, 18,6 miliardi sono riconducibili al gruppo  A e 10,5 miliardi sono invece riconducibili al gruppo D.

Peraltro, si noti come le unità immobiliari del  gruppo D rappresentano una rilevante quota di rendita del patrimonio immobiliare, pari al 28% circa, a fronte di una quota di solo il 2,5%  in termini di numero di unità. Il discorso è quasi opposto per quanto attiene alle unità immobiliari che fanno parte del gruppo C, che sono pari al 42%  del totale in termini di stock catastale, ma rappresentano solamente il 16% del valore della rendita sul totale al 31 dicembre 2018.

I dati sugli intestatari

Concludiamo dunque sottolineando come lo stock immobiliare italiano nel 2018 sia cresciuto dello 0,6%  rispetto all’anno precedente, per circa 400 mila unità in più rispetto al 2017.

La composizione dello stock per intestatari ha un naturale preponderanza per le persone fisiche, cui è riconducibile l’88% delle proprietà, davanti all’11,5% delle persone non fisiche. La quota residua riguarda invece le proprietà comuni.

Analizzando più in profondità i dati, infine, appare evidente la quota predominante di unità immobiliari con intestatari persone fisiche nei gruppi A e C, dove il loro peso è intorno al 90%, mentre è meno accentuata nella categoria degli uffici e degli studi privati (A/10), dove la quota detenuta dalle persone fisiche è del 56%.

Infine, la quota di stock con intestatari persone non fisiche sale addirittura al 90% per quanto attiene le unità immobiliari che fanno parte dei gruppi B ed E, ed è pur sempre prevalente (55%) per gli immobili che sono censiti nel gruppo D.

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Olona Case Immobiliare
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