Mutui casa: tasso fisso o variabile, cosa scegliere nel 2023?

Uno dei grandi dilemmi in capo ai mutuatari del 2023 è legato alla scelta del tasso fisso o del tasso variabile per il proprio finanziamento casa. Se infatti tale selezione era quasi scontata fino a non molto tempo fa, con i tassi ai minimi storici, il nuovo anno ha prevedibilmente portato in dote una prevedibile conseguenza: il continuo rialzo dei tassi di mercato potrebbe portare coloro che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile negli scorsi anni a pagare un importo superiore a oltre il 50% rispetto alla prima rata del proprio piano di ammortamento se i rialzi dei tassi dovessero proseguire con questo ritmo anche nei prossimi mesi e, in particolare, se l’Euribor a 3 mesi crescerà ancora di oltre 1 punto entro giugno 2023.

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Mutui casa, il 2017 si chiuderà con un -10% rispetto all’anno precedente

Se le analisi previsionali non sbaglieranno, il comparto italiano dei mutui casa manderà in archivio il 2017 con un numero di domande di finanziamento inferiore del 10% rispetto a quanto non sia stato riscontrato nel corso del 2016.

Per averne un concreto sentore sia d’altronde sufficiente dare uno sguardo all’ultimo bollettino emesso da CRIF, che nel suo Barometro afferma come le interrogazioni relative alle richieste di nuovi mutui e surroghe da parte degli italiani nel mese di novembre siano calate del 20,4% su base annua, e siano diminuite del 10,3% rispetto al 2016 se invece si cumulano tutti e 11 i mesi dell’anno fin qui trascorsi. Continua a leggere Mutui casa, il 2017 si chiuderà con un -10% rispetto all’anno precedente

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Mutui casa, spread ancora ai minimi storici

Secondo quanto afferma l’ultima Bussola Mutui di Crif, alla fine del primo trimestre 2017 gli spread medi sui mutui a tasso fisso e a tasso variabile permangono su livelli minimi storici, con un’ulteriore contrazione per quanto concerne i migliori spread trimestrali.

Lo studio condotto da Crif ha ipotizzato la richiesta di un mutuo di 140 mila euro su un valore immobile di 220 mila euro (LTV < 65%), per la durata di 20 anni. Ne è derivata una media sui migliori spread a tasso fisso pari a 40 punti base, e di 100 punti base se invece si sposta l’attenzione nei confronti dei mutui a tasso di interesse variabile. Ne consegue altresì l’impressione che, almeno per il momento, il mercato creditizio italiano ha preferito far slittare il prevedibile incremento del costo del denaro per le operazioni di finanziamento immobiliare al secondo trimestre 2017, o ancora oltre. Continua a leggere Mutui casa, spread ancora ai minimi storici