Tassi mutui casa: sempre più bassi e sempre più… fissi

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Sono sempre più bassi, e sempre più fissi: è questa, in estrema sintesi, la fotografia che sarebbe possibile scattare sull’evoluzione dei tassi di interesse applicati dalle banche italiane alle nuove operazioni di finanziamento per acquisto casa. Una panoramica certificata dall’ABI nel suo ultimo bollettino mensile, in grado di proporre alcuni interessanti spunti valutativi sull’evoluzione del mercato creditizio e immobiliare italiano, in un contesto in cui, in fondo, le cose si muovono con enorme lentezza.

Tasso medio ad aprile all’1,85%

Cominciamo con il dato statistico di maggiore emblematicità. Stando alle stime SI-ABI, infatti, il tasso medio applicato alle nuove operazioni del mese di aprile per l’acquisto di abitazioni è stato pari all’1,85%, contro l’1,88% del mese prima, l’1,92% di inizio anno e, soprattutto, il 3,69% di cinque anni fa.

Un andamento decrescente che sembrava essersi arrestato nella seconda parte dello scorso anno, e che invece sta mostrando ulteriori margine di spinta, tanto da portare il tasso medio ponderato sul totale delle consistenze al 2,66%, contro il 2,69% di inizio anno.

E per il futuro? Difficile dire se vi siano altri spazi per una diminuzione: il tasso medio è già particolarmente contenuto, e eventuali approfondimenti al ribasso non potranno che essere – nella migliore delle ipotesi – nell’ambito di pochi basis points.

Crescono anche i loan-to-value

Non è quello del tasso medio, ad ogni modo, l’unico dato statistico di particolare interesse nella recente fotografia mensile dell’ABI. Spicca ad esempio – tra i tanti – l’evidenza che i finanziamenti tramite mutui ipotecari hanno coperto una quota intorno all’80% di tutte le compravendite, contro un valore minimo del 55% toccato nel secondo trimestre 2013, mentre il loan-to-value (ovvero, il rapporto tra quanto ottenuto in prestito sul valore dell’immobile) è rimasto ancora su valori elevati, superiori al 70%, contro il 55,8% del secondo trimestre 2013, valore minimo.  A conferma del maggior dinamismo e del più concreto supporto del mercato creditizio a quello immobiliare, la quota di agenti immobiliari che ascrive alle difficoltà di ottenere un mutuo la causa della cessazione degli incarichi a vendere casa è calata sul livello minimo dall’avvio della serie storica dei sondaggi, nel 2009.

Complessivamente, l’ABI esprime pertanto una visione piuttosto incoraggiante sul mercato immobiliare tricolore, riconoscendone da una parte la debolezza, ma altresì lo sviluppo costante in alcuni suoi parametri fondamentali, come la riduzione dello stock di case invendute, o ancora nell’incremento del numero di compravendite.

Infine, a corredo del suo focus sull’evoluzione dell’immobiliare, l’ABI cita un’indagine congiunturale condotta a gennaio su un campione di oltre 1.500 agenzie immobiliari: un’osservazione che, posta a confronto con quella immediatamente precedente, manifesta un buon rafforzamento dei segnali di miglioramento della domanda, con il numero di agenzie che afferma di aver intermediato almeno un immobile che è cresciuto ancora, e con le giacenze degli incarichi a vendere che sono invece in calo.

Un mosaico dunque confortante sullo sviluppo del mattone tricolore, i cui benefici vicendevoli dovrebbero intuibilmente riflettersi anche sull’ambito creditizio.

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Olona Case Immobiliare
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