Dopo mesi di flessione, finalmente a giugno le domande di nuovi mutui casa tornano a crescere. E lo fanno, peraltro, in un contesto che è prevedibilmente contraddistinto da una contrazione del peso delle surroghe, il cui continuo ridimensionamento permette di apprezzare un’evoluzione creditizia finalmente contraddistinta dal ruolo degli effettivi nuovi finanziamenti.
E così, secondo gli ultimi dati elaborati dal Barometro CRIF, a giugno il numero dei mutui richiesti al sistema bancario italiano è cresciuto del 3,6%, limando la negatività del primo semestre (- 4,4%) e lasciando intendere che – forse – l’inversione di tendenza è stata finalmente assunta.
Crescono le somme e le durate richieste
Gli effetti positivi della graduale (ma continua) sterilizzazione delle surroghe si notano anche sul fronte degli importi medi richiesti e delle durate dei piani di rimborso.
Per quanto concerne il primo dato, l’importo medio domandato fa registrare un incremento dello 0,9% attestandosi a 126.094 euro, ovvero a metà della fascia più gettonata dai mutuatari (quella tra 100.000 e 150.000 euro), in grado di assorbire il 29,5% delle richieste. Tra le altre fasce più ambite c’è quella entro i 75.000 euro, che assorbe il 26,2% delle domande.
Per quanto invece attiene il secondo dato, il Barometro informa come il 22,2% del campione abbia richiesto un mutuo per una durata tra i 26 e i 30 anni, con una percentuale simile per il periodo tra i 21 e i 25 anni. L’ammortamento più gettonato è quello tra i 16 e i 20 anni, con il 26% della domanda totale, in rialzo dell’1,8% rispetto a un anno fa.
Ne deriva che quasi 3 mutui su 4 sono oggi richiesti per durate superiori ai 15 anni, mentre la quota dei mutui con durata inferiore ai 5 anni – tipicamente popolata dai mutui per sostituzione di altri finanziamenti in corso di ammortamento – è scesa allo 0,6%.
Nuovi mutuatari sempre più giovani
Un altro dato sostanzialmente positivo è ascrivibile all’evoluzione anagrafica dei nuovi mutuatari. CRIF sottolinea infatti nel suo bollettino mensile come il 34,6% dei futuri mutuatari abbia un’età compresa tra i 35 e i 44 anni, in calo dell’1,1% rispetto a un anno fa. A rafforzarsi è invece la fascia più giovane, tra i 25 e i 34 anni, in aumento dello 0,7% al 25,2%, mentre i 45 – 54 enni occupano una quota del 24,1% del totale del campione.
Per quanto attiene le determinanti di tale favorevole abbassamento dell’età media dei mutuatari, la ricerca delle cause non può certo fermarsi alle sole valutazioni sulle surroghe: hanno giovato a tale sviluppo anche le iniziative intraprese dagli istituti di credito e dallo stesso Stato (si pensi la Fondo di garanzia per la prima casa) finalizzate a consentire un più agevole accesso al credito da parte delle categorie più in difficoltà.
Infine, contemporanee rilevazioni della Banca d’Italia ci informano che 8 case su 10 in Italia sono oggi acquistate con un mutuo, e che il loan-to-value ha continuato a crescere, fermandosi ora intorno al 75%.
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