L’ultimo bollettino statistico dell’ABI, aggiornato alla fine del mese di settembre, parla piuttosto chiaro: indebitarsi per sottoscrivere un mutuo casa è sempre più conveniente, tanto che alla fine della stagione estiva il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è risultato essere pari all’1,79%, contro l’1,85% del mese di agosto 2018 e contro il 5,72% di fine 2007. Una tendenza che, però, per gli analisti ha il destino segnato: il 2019 dovrebbe infatti essere l’anno in cui il costo del denaro tornerà, moderatamente, a salire.
Tasso fisso per tre quarti delle nuove operazioni
È ancora il rapporto mensile ABI del mese a informarci che, come peraltro già avvenuto da diverse stagioni a questa parte, è il tasso di interesse fisso a dominare le scelte da parte degli italiani, con tre quarti delle nuove erogazioni di mutui che oggi vengono contratte proprio a tasso costante.
Facile immaginare quali siano le determinanti di questa affezione consolidata nei confronti del tasso fisso: i nuovi mutuatari trovano particolarmente allettante poter “bloccare” per sempre le condizioni di tasso ai minimi storici, ponendosi così al meritato riparo da improvvise oscillazioni dei tassi di mercato che, nel corso dei prossimi anni, potrebbero portare a sensibili rincari nel costo delle rate.
Ne deriva, in sintesi, che le operazioni contraddistinte dalla presenza di un tasso di interesse variabile oggi sono a principale interesse di chi preferisce indebitarsi sul breve o sul medio termine: un arco temporale piuttosto ridotto (entro i 5-7 anni) nel quale è difficile che i tassi di mercato possano crescere così tanto da pregiudicare la convenienza iniziale di una simile scelta.
Mutui, cresce di oltre il 2% il volume di erogato
I dati ABI ci informano inoltre che sta continuando a crescere il volume di erogazioni delle banche operanti in Italia, sia sul fronte mutui, che su quello più complessivo delle concessioni di finanziamenti a famiglie e imprese anche per altri scopi.
Per quanto attiene il primo dato, gli aggiornamenti al 31 agosto 2018 ci suggeriscono come il tasso tendenziale sia progredito del 2,2%, proseguendo così sulla strada tracciata negli ultimi mesi. Per quanto invece concerne il secondo dato, i dati Bankitalia al 30 settembre 2018 sottolineano come i prestiti a famiglie e a imprese siano in sviluppo del 2,1%, anche in questo caso proseguendo la positiva dinamica complessiva del totale dei prestiti in essere, con tasso di variazione annuo positivo da oltre 2 anni.
Qualità del credito, dati sostanzialmente invariati
Chiudiamo infine con uno sguardo ai dati delle sofferenze nette, ovvero le sofferenze lorde al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse. Il livello di agosto si è attestato a quota 40,5 miliardi di euro, contro i 40,1 miliardi di euro del mese precedente e contro gli 88,8 miliardi di euro toccati al massimo della serie storica recente, a novembre 2015. Positiva anche l’evoluzione del rapporto sofferenze nette su impieghi totali, attestato a quota 2,36% ad agosto 2018, contro il 4,89% di fine 2016.
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