Stai per vendere casa? Una guida per orientarti tra costi, adempimenti e variabili da tenere in considerazione per una vendita serena e sicura è quel che ci vuole, valutato altresì che le normative che si sono sviluppate nel corso degli anni hanno aumentato gli adempimenti burocratici da affrontare.
Quali sono le spese da affrontare?
Le spese da affrontare quando si vende casa possono essere numerose e, proprio per questo motivo, è opportuno fare un po’ di ordine.
Cominciamo per esempio dall’APE (Attestato di Prestazione Energetica), un documento che attesta l’impatto energetico dell’immobile, obbligatorio per la vendita. Il costo è di circa 200 euro (ma varia in base alle dimensioni e alla zona, oltre che al tariffario del tecnico che si occuperà della redazione). C’è poi la relazione di conformità tecnico catastale, un documento che verifica se la casa sia o meno in regola con le normative urbanistiche confrontando – tra gli altri – i dati catastali con quelli presenti in Comune e rilasciando la relativa relazione per circa 300 euro.
Se l’immobile dovesse presentare irregolarità, queste dovranno essere sanate o ripristinate: il costo varia in base al tipo di abuso, da poche centinaia di euro per le più piccole difformità a cifre più alte per problemi seri. Ricordiamo poi che fino al rogito, le spese condominiali dell’immobile sono a carico del venditore. Anche eventuali lavori straordinari deliberati prima del rogito (fa fede la data del rogito) sono a carico del venditore, salvo accordi diversi tra le parti.
Se invece la casa dovesse provenire da un’eredità, potrebbe essere necessario un atto notariale di accettazione tacita, che costa circa 500 euro e riguarda l’intero patrimonio ereditario. Non è comunque necessario se sono passati più di 10 anni dall’eredità. Infine, se scegli di affidarti a un’agenzia immobiliare, considera anche la sua provvigione (di norma almeno il 2% – 3% + IVA sul prezzo concordato).
Le plusvalenze sulla vendita
Se vendi entro 5 anni a un prezzo superiore a quello di acquisto, potresti dover pagare una tassa sulla plusvalenza (26% sulla differenza tra i due importi). La tassa non si applica se hai avuto la residenza nell’immobile per almeno il 50% del tempo del possesso o se sono passati 5 anni dall’acquisto.
Regole parzialmente diverse valgono nel caso l’immobile ceduto sia stato interessato da lavori agevolati con il Superbonus. Come avevamo precisato in questa guida sulle novità dell’ultima Legge di Bilancio, la vendita di un immobile che è stato ristrutturato, prima che siano decorsi dieci anni dalla ristrutturazione, è assoggettata all’applicazione di una plusvalenza pari al 26% della differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto. La normativa prevede però alcune eccezioni, come il caso di immobili che sono stati acquisiti per successione e utilizzati come abitazione principale del cedente per la maggior parte dei dieci anni precedenti la cessione.
Agevolazioni prima casa e credito di imposta
Se hai usufruito delle agevolazioni prima casa all’acquisto e vendi entro 5 anni, hai un anno per comprare un nuovo immobile come prima casa o per versare la differenza di tassazione. Se sono passati 5 anni, i vincoli decadono. Ricorda che, se acquisti una nuova prima casa, hai diritto a un credito di imposta: le spese di imposta di registro sostenute nel primo acquisto verranno detratte dalle spese dovute per il nuovo.
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