Tra i ben poco meritevoli titoli del nostro Paese, vi è anche quello di nazione dell’area UE28 con la peggior qualità abitativa, eccezion fatta per Polonia, Bulgaria, Lettonia, Ungheria e Romania, che riescono nell’arduo tentativo di far peggio di noi.
A rivelarlo è l’Istat, che nel suo dossier sul Benessere Economico e Sociale 2016 (BES), all’interno del quale sottolinea come l’indice di bassa qualità dell’abitazione sia fermo al 9,6% (più o meno sui livelli dell’anno precedente). Ed è quasi una fortuna, visto e considerato che la quota di coloro che vivono in condizioni di sovraffollamento continua a crescere, toccando il 27,8% alla fine dell’anno.
Ora, considerando che l’indice di bassa qualità dell’abitazione è conteggiato come percentuale di coloro che vivono in condizioni di sovraffollamento e, in aggiunta, hanno gravi problemi strutturali (infissi, soffitt, ecc.), e/o non hanno un bagno/doccia con acqua corrente, e/o hanno problemi di luminosità, ne deriva che il “merito” della stabilità dell’indice è da ricercarsi nel non peggioramento degli altri indicatori. Di fatti, precisa ancora l’Istat, nel frangente è calata la quota di coloro che lamentano problemi di natura strutturale (ora pari al 24,1%) mentre è stabile al 7% la quota di coloro che lamentano problemi di luminosità.
Ad ogni modo, come spesso accade, l’indice medio italiano cela situazioni di allarme abitativo più che evidenti: il range di percentuali oscilla infatti tra l’8,4% del Nord e l’11,8% del Mezzogiorno o, se si preferisce un’analisi territoriale regionale, tra il meno del 6% per Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia, e l’oltre 17% per Abruzzo e Calabria.
Su base anagrafica, invece, sono gli anziani a trovarsi in condizioni abitative mediamente migliori, considerando che è bassa la quota che lamenta situazioni di sovraffollamento (il 10% contro il 30% degli adulti tra i 18 e i 64 anni e addirittura il 41% dei minori) e sia perchè sono generalmente proprietari dell’abitazione. In tal merito, di norma sono proprio i proprietari di abitazione a poter godere di condizioni abitative qualitativamente migliori, visto e considerato che secondo l’Istat solamente 9,7% di proprietari che pagano un mutuo è insoddisfatto (ma è del 5,9% tra i proprietari che non pagano un mutuo) e contro il 18,6% degli affittuari.
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