Prezzi delle case ancora convenienti, tassi bassi e tanta voglia di ripresa: così dipinto, sembra essere questo il momento ideale per comprare casa. Ma è davvero così?
Abbiamo cercato di fare il punto sul comparto creditizio in questa fase di riavvio delle attività economiche, contribuendo a scattare una panoramica su quel che sta accadendo nel rapporto tra l’immobiliare e i finanziamenti bancari.
Tassi bassi, uno scenario destinato a rimanere tale ancora a lungo
Iniziamo dalle buone notizie: i tassi di interesse. Con il refi principale a zero, il tasso sui prestiti marginali a 0,25% e quello sui depositi a -0,50%, e con una BCE che non potrà che accompagnare la propria politica monetaria caratterizzandola per tassi su questi livelli ancora a lungo, tutto lascia presagire che chi ha intenzione di acquistare casa con un mutuo possa trovare ancora per tanto tempo delle condizioni di indebitamento particolarmente favorevoli.
È altresì evidente che dalle righe di cui sopra non vi sia traccia dell’altro elemento che caratterizza il tasso “finito” applicato alla clientela, lo spread applicato dagli istituti di credito. Tuttavia, anche su questo fronte l’ottimismo dovrebbe aver la meglio: la concorrenza tra le banche e il desiderio di utilizzare la liquidità in arrivo sul fronte impieghi, dovrebbe spingere gli istituti di credito a comprimere ulteriormente i differenziali, o – per lo meno – contenere eventuali tentazioni di rincaro.
Chiarito ciò, è altresì intuibile che in questo scenario (come peraltro abbondantemente intravisto negli ultimi trimestri) ad essere premiato sarà il tasso fisso: il desiderio di “congelare” l’onerosità del proprio debito per l’intera estensione del proprio piano di ammortamento dovrebbe confermare l’appeal di questa forma tecnica, permettendo così ai mutuatari italiani di poter mettere le mani su un livello di tassi forse irripetibile.
L’emergenza sanitaria peserà sul mercato
È infine evidente come le riflessioni che sopra abbiamo avuto modo di condividere con tutti i nostri lettori e clienti debba essere integrata con il particolare momento che l’economia italiana (e, dunque, l’immobiliare) sta vivendo.
È dunque presumibile che l’impatto dell’emergenza sanitaria e delle misure straordinarie intraprese farà sentire il suo peso sulle transazioni immobiliari e sulle politiche del credito, probabilmente diffondendo una rinnovata cautela sul comparto. È insomma possibile che molte persone preferiranno rinviare a tempi più propizi e sereni la decisione di realizzare la propria transazione sul mattone abitativo e non abitativo, sia in termini di acquisto, che in termini di messa in vendita dell’appartamento.
Ad ogni modo, tale prudenza nell’evoluzione delle compravendite immobiliari, che potrebbe far trovare al mercato il suo nuovo punto di equilibrio su soglie più basse di domanda e offerta, dovrebbe essere ben controbilanciata dalla possibilità di conseguire un forte stimolo creditizio all’indebitamento, grazie alla disponibilità di acceso a finanziamenti abitativi con condizioni molto vantaggiose.
Così facendo, il mercato creditizio dovrebbe dunque garantire livelli di erogato abbastanza sostenuti, e sia per quanto concerne i nuovi mutui per acquisto casa, sia per quanto concerne i mutui per sostituzione di altri finanziamenti in corso di ammortamento (le surroghe), che negli ultimi anni hanno costituito il vero “traino” del treno delle concessioni creditizie delle banche verso le famiglie italiane.
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