
Il mercato dei mutui casa sta vivendo una fase di rinnovato dinamismo che merita particolare attenzione. I dati del primo semestre 2025 dipingono infatti un quadro decisamente incoraggiante: le richieste di mutui hanno registrato un incremento del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con picchi particolarmente significativi nei mesi di gennaio e aprile. Un trend positivo che testimonia una ritrovata fiducia delle famiglie italiane nel mercato immobiliare, sostenuta anche dalla politica monetaria più accomodante della BCE che ha portato il tasso di riferimento al 2%.
Un elemento particolarmente interessante è rappresentato dal boom delle surroghe, cresciute del 63,2% nel primo trimestre: il fenomeno evidenzia come molte famiglie stiano sfruttando il miglioramento delle condizioni di mercato per alleggerire il peso delle rate mensili, passando spesso da mutui a tasso variabile a soluzioni a tasso fisso più vantaggiose.
La nuova convenienza del tasso variabile
Dopo anni di predominio del tasso fisso, assistiamo a un’inversione di tendenza che sta ridisegnando le preferenze dei mutuatari. Il tasso variabile è tornato protagonista, con un TAN medio del 2,63% contro il 3,05% del fisso, creando un differenziale di oltre 40 punti base a favore del primo. Questa forbice, che secondo le previsioni potrebbe ampliarsi fino a 70 punti base entro la primavera 2026, rappresenta un’opportunità concreta di risparmio per chi è disposto ad accettare una certa variabilità nella rata.
Le proiezioni sull’Euribor indicano una discesa graduale almeno fino a metà 2026, favorita dalle politiche della BCE. Nonostante la pausa nei tagli dei tassi decisa nell’ultima riunione, ulteriori riduzioni potrebbero materializzarsi entro fine anno, rendendo il tasso variabile ancora più attrattivo per i nuovi mutuatari.
Il profilo dell’acquirente contemporaneo
L’analisi delle richieste rivela un quadro interessante delle preferenze degli italiani. Per CRIF il 60% delle domande si concentra infatti su importi compresi tra 100.000 e 300.000 euro, mentre la durata preferita si attesta tra i 25 e 30 anni per il 41,6% dei casi. Il dato conferma la tendenza delle famiglie a privilegiare soluzioni diluite nel tempo per rendere più sostenibile l’impegno finanziario.
Dal punto di vista anagrafico, i giovani tra i 25 e 44 anni rappresentano quasi il 63% delle richieste, ma emerge un dato preoccupante: la quota degli under 36 è scesa al 40%. Tuttavia, tra i giovani cresce l’interesse per mutui con Loan To Value superiori all’80%, segnale delle difficoltà nell’accumulo del capitale iniziale ma anche di una rinnovata fiducia nel mutuo come strumento di accesso alla proprietà.
Opportunità e ostacoli per il futuro
Il mercato immobiliare mostra segnali incoraggianti con le compravendite residenziali in crescita dell’11,2% nel primo trimestre e i mutui erogati in aumento del 52,6%. Il credito è tornato a coprire il 45,8% delle transazioni, contro il 38,6% dell’anno precedente, dimostrando che le famiglie italiane stanno tornando a finanziare l’acquisto casa piuttosto che affidarsi esclusivamente ai risparmi.
Tuttavia, permangono delle criticità. Il TAEG medio sui nuovi mutui si attesta al 3,59%, creando una forbice di 158 punti base rispetto ai tassi BCE. Questa situazione, dovuta alla prudenza del settore bancario e alla volontà di preservare i margini, finisce per espellere dal mercato immobiliare chi ha redditi normali, soprattutto giovani.
La strategia vincente: comparazione e consulenza
In questo scenario complesso, la comparazione delle offerte diventa fondamentale. Le migliori proposte del mercato mostrano infatti tassi significativamente più bassi rispetto alle medie nazionali, con il variabile che parte dal 2,19% e il fisso dal 3% circa. La differenza può ad esempio tradursi in risparmi superiori ai 1.000 euro nei primi due anni per chi sceglie il variabile.
Evidentemente, la scelta tra fisso e variabile non può essere generalizzata ma deve rispondere alle specifiche esigenze familiari. Il tasso fisso mantiene di certo i suoi vantaggi in termini di stabilità e prevedibilità, risultando ideale per chi ha redditi fissi e bassa propensione al rischio. Il variabile, invece, si rivela più conveniente per chi può tollerare una certa incertezza in cambio di potenziali risparmi futuri.
- Mutui casa: il punto su tassi e opportunità per gli acquirenti - 1 Agosto 2025
- Il 2025 è l’anno giusto per vendere casa? - 22 Luglio 2025
- Può un’agenzia immobiliare aumentare il valore della mia casa? - 23 Giugno 2025