Il settore dell’edilizia italiana è destinato a cambiare con l’arrivo del nuovo disegno di legge delega che riscrive il Testo Unico dell’Edilizia del 2001. La riforma punta infatti a semplificare le procedure burocratiche, accelerare i tempi per ottenere i permessi e dare maggiore certezza normativa a cittadini, professionisti e imprese del settore.
Costruire nelle città diventa più semplice
La grande novità riguarda la possibilità di edificare in aree già urbanizzate senza dover necessariamente attendere l’approvazione di strumenti attuativi come il piano convenzionato o il piano di lottizzazione.
Se una zona è già dotata di infrastrutture e servizi adeguati, i Comuni potranno autorizzare direttamente gli interventi edilizi, eliminando passaggi burocratici che oggi rallentano significativamente i progetti di sviluppo urbano.
La misura è dunque un cambio di approccio piuttosto rilevante importante, perché riconosce che non ha senso applicare procedure pensate per aree vergini a contesti già pienamente urbanizzati.
Rigenerazione urbana al centro della riforma
Il permesso di costruire in deroga viene potenziato per favorire la rigenerazione urbana anche attraverso interventi privati. Fino ad oggi questo strumento era riservato principalmente a edifici e impianti pubblici o di interesse pubblico. Con la nuova normativa, invece, anche i progetti edilizi privati potranno beneficiarne, a condizione che le amministrazioni comunali riconoscano formalmente una finalità di rigenerazione urbana e che vengano rispettate le prescrizioni della pianificazione di protezione civile.
Si apre così la strada a interventi di demolizione e ricostruzione che potranno comportare modifiche della sagoma, dei prospetti, del sedime e incrementi di volumetria, superando le rigidità interpretative che hanno generato contenziosi e incertezze negli ultimi anni.
Incentivi economici per chi costruisce in modo sostenibile
La riforma prevede anche una riduzione degli oneri edilizi e dei contributi di costruzione per premiare chi investe nella rigenerazione urbana e nel contenimento del consumo di suolo. Le modalità di versamento del contributo di costruzione verranno semplificate e saranno introdotti incentivi fiscali legati agli obiettivi di sviluppo sostenibile.
L’approccio è innovativo perché trasforma gli oneri da semplice prelievo economico a strumento attivo per promuovere politiche territoriali virtuose. Chi sceglie di riqualificare l’esistente invece di consumare nuovo suolo verrà dunque premiato con condizioni più favorevoli.
Chiarezza sui titoli abilitativi e fine dell’incertezza normativa
Uno degli obiettivi principali del decreto è eliminare l’ambiguità nella scelta del corretto titolo abilitativo da utilizzare per ogni intervento. La distinzione tra CILA, SCIA e permesso di costruire non dovrà più essere, come denuncia la stessa relazione di accompagnamento al testo, una questione di esegesi giuridica che richiede interpretazioni complesse e genera contenziosi.
I decreti legislativi delegati, che il governo dovrà adottare entro dodici mesi, avranno il compito di definire con precisione quale procedura seguire per ogni tipologia di intervento, restituendo certezza a proprietari e professionisti del settore.
Sanatorie più accessibili per gli abusi edilizi storici
La delega affronta il tema delicato delle difformità edilizie, favorendo la regolarizzazione degli abusi realizzati prima del 1967. Per questi immobili, costruiti in un’epoca in cui le regole urbanistiche erano profondamente diverse, sarà più semplice ottenere la sanatoria.
Il principio guida è in questo caso la tutela dell’affidamento del legittimo proprietario, che potrà contare sulla validità del titolo abilitativo più recente, anche se formatosi per silenzio-assenso. In alcuni casi, il rilascio della sanatoria potrà essere subordinato alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza o di adeguamento alle norme tecniche vigenti.
Digitalizzazione e semplificazione delle pratiche
Il disegno di legge introduce una modulistica unica e standardizzata per tutte le istanze edilizie, accompagnata da processi di digitalizzazione che consentiranno l’interoperabilità tra le banche dati delle pubbliche amministrazioni. Questo significa meno carta, procedure più rapide e la possibilità di presentare un’unica istanza per ottenere più autorizzazioni relative allo stesso intervento. È inoltre prevista l’istituzione di un fascicolo digitale delle costruzioni, uno strumento che raccoglierà tutta la storia edilizia di ogni immobile, facilitando compravendite, ristrutturazioni e verifiche di conformità.
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