Le provvigioni che vengono pagate alle agenzie immobiliari o agli intermediari, ovvero i c.d. costi di intermediazione, possono contribuire a rappresentare una voce di onerosità in grado di abbassare la pressione fiscale sulle imposte dei redditi.
Da tempo infatti il legislatore ha permesso a tutti gli acquirenti di una prima casa di proprietà di poter condurre in detrazione nella propria dichiarazione dei redditi questa spesa, contenendo così il livello di imposte da pagare. Ma quali sono le spese di intermediazione che è possibile detrarre? E con quali limiti funziona la detrazione fiscale Irpef sui costi di intermediazione immobiliare? Continua a leggere Detrazioni fiscali Irpef, una guida per scaricare le spese di intermediazione immobiliare




Ottenere un mutuo casa? Ci vuole sempre meno, almeno in termini di tempo. Stando a una recente analisi condotta da Facile.it e Mutui.it, la media nazionale si aggira intorno ai 136 giorni, mentre è del 60% il loan-to-value più gettonato (ovvero, il rapporto tra l’importo del mutuo e il valore dell’immobile oggetto di compravendita), ed è di 121.300 euro l’importo medio di quanto si ottiene dalle banche quando ci si avvicina all’operazione di acquisto della propria prima casa di proprietà. 
Le ultime statistiche prodotte dall’Osservatorio del mercato immobiliare italiano ci comunicano che nel corso del 2016 le abitazioni censite negli archivi catastali italiani hanno determinato una rendita pari a 16,9 miliardi di euro, lo 0,5% (83 milioni di euro) in più rispetto a quanto non fosse stato rilevato nel corso del precedente 2015. Di tale rendita complessiva, 15,6 miliardi di eruo (il 92% del totale) è riconducibile alle persone fisiche, mentre la restante parte è attribuita alle persone non fisiche (1,3 miliardi di euro) e alle abitazioni censite tra i beni c.d. “comuni” (3 milioni di euro).