Mutui casa, il 2017 si chiuderà con un -10% rispetto all’anno precedente

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Se le analisi previsionali non sbaglieranno, il comparto italiano dei mutui casa manderà in archivio il 2017 con un numero di domande di finanziamento inferiore del 10% rispetto a quanto non sia stato riscontrato nel corso del 2016.

Per averne un concreto sentore sia d’altronde sufficiente dare uno sguardo all’ultimo bollettino emesso da CRIF, che nel suo Barometro afferma come le interrogazioni relative alle richieste di nuovi mutui e surroghe da parte degli italiani nel mese di novembre siano calate del 20,4% su base annua, e siano diminuite del 10,3% rispetto al 2016 se invece si cumulano tutti e 11 i mesi dell’anno fin qui trascorsi.

Se dunque il mese di dicembre non produrrà particolari sorprese negative o positive (e difficilmente sarà in grado di farlo), il 2017 andrà in pensione con una flessione in doppia cifra delle richieste di finanziamento. Ma di chi è la responsabilità?

Surroghe in calo, mercato verso la “normalità”?

Dando uno sguardo ai dati statistici puntuali forniti da CRIF, è facile rendersi conto di chi sia il principale responsabile di una simile situazione in mutamento lento e progressivo.

Il mercato dei mutui italiani si sta infatti contraddistinguendo non solamente per una flessione delle complessive richieste, quanto anche per un orientamento delle stesse verso fasce di importo più elevate, e per durate più estese. Diminuiscono dunque le operazioni aventi ad oggetto dei controvalori più contenuti, o delle durate più ristrette, tipicamente ricollegabili alle surroghe di mutui già in corso di ammortamento.

In termini ancora più diretti, è ben possibile affermare che nel corso degli ultimi anni gli italiani che avevano manifestato un interesse per il compimento di un’operazione di sostituzione di un mutuo abbiano poi già dato seguito a questa operazione, e che pertanto il volume di operazioni di surrogazione che si sta deliberando in questi mesi sia solamente una parte residuale e marginale di una platea molto più ampia, che negli anni più duri della crisi creditizia ha permesso alle banche di sorreggere almeno in parte i propri business legati ai finanziamenti immobiliari.

A conferma di ciò, il fatto che nel 2017 i mutui di fascia di importo tra i 150 e i 300 mila euro abbiano guadagnato 0,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente, e che le durate tra i 25 e i 30 anni siano sempre più richieste, con un peso sul totale delle domande ora pari al 22,2%, in aumento dell’1,8% su base annua. Di contro, fasce e durate inferiori – tipicamente ricollegabili alle surroghe – mostrano qualche segno di fatica, con una contrazione dello 0,6% per quanto attiene i mutui di importo tra 0 e 75 mila euro (oggi comunque ancora pari al 26,8%) e una diminuzione dell’1,8% per le durate tra i 5 e 10 anni (oggi pari al 10,2%).

E nel 2018? Per il prossimo anno, è molto probabile che la tendenza possa proseguire ancora, rendendo pertanto più chiaro il percorso di lento ritorno alla normalità da parte del credito immobiliare tricolore.

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Olona Case Immobiliare
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