Per spostare una porta interna bisogna riaccatastare o no?

Condividi
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Spostare una porta interna consente al proprietario dell’immobile di riadattare gli spazi dell’abitazione alle esigenze del proprietario: pur senza ricorrere a una ristrutturazione completa, è possibile riorganizzare gli ambienti della propria casa in modo snello e efficace, senza stravolgere l’intero appartamento e, come vedremo, spesso senza nemmeno avviare delle complesse pratiche amministrative.

In tal proposito, sorge frequente la domanda se sia o meno necessario riaccatastare in queste circostanze. È possibile spostare una porta interna senza dover affrontare lunghe e onerose pratiche edilizie?

Scopriamolo insieme.

La fattibilità tecnica dello spostamento di una porta

Cominciamo con il condividere che – sotto il profilo tecnico – lo spostamento di una porta è un’operazione di norma fattibile: se il muro non è portante, infatti, indipendentemente che si tratti di una struttura in cartongesso o mattoni forati, l’intervento può essere realizzato con relativamente pochi disagi (ferma restando la necessità di sopportare un po’ di polvere e di rumore!).

Di contro, se la parete è un muro portante, la situazione potrebbe essere più complessa: in questo caso è essenziale coinvolgere un ingegnere strutturista che possa assicurare la realizzazione dell’operazione in condizioni di piena sicurezza e valutare ulteriori interventi necessari.

Quali pratiche avviare per spostare una porta interna

Lasciando gli aspetti tecnici e abbracciando quelli amministrativi, non possiamo che sottolineare come per spostare una porta interna da una parete all’altra sia richiesta una pratica edilizia che dipende dal tipo di muro su cui verrà creato il nuovo passaggio. Ebbene, di norma tali procedure non sono particolarmente complesse.

Di fatti, nel caso in cui la porta venga spostata su un muro non portante e sottile, è di consueto sufficiente presentare una CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) all’ufficio tecnico del Comune competente per territorio. Questo documento, redatto da un professionista qualificato come un ingegnere o un architetto, è bastevole per certificare la conformità delle opere alle normative vigenti, agevolando così l’avvio dei lavori e la più rapida conclusione.

Se, invece, la situazione si manifesta con un maggiore livello di complessità, poiché avviene – a titolo di esempio non esaustivo – su un muro portante, la cui salvaguardia è indispensabile per la stabilità dell’edificio, allora il professionista incaricato dovrà presentare una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività): la procedura richiederà, tra gli altri requisiti, la presenza di un progetto statico firmato da un professionista abilitato, che dimostri la sicurezza dell’intervento.

Come regolarizzare lo spostamento della porta interna

Concludiamo infine con l’ipotesi in cui il proprietario sposti la porta interna senza notificarlo all’ufficio tecnico del Comune e/o senza acquisire la documentazione necessaria. In questo caso, bisognerà regolarizzare tempestivamente la situazione presentando una pratica edilizia in sanatoria presso l’ente competente e avviare l’iter di modifica della scheda catastale, che – sebbene non costituisca una prova – diviene pur sempre essenziale per mantenere la conformità catastale dell’immobile in vista di una futura vendita dell’appartamento.

Ti è piaciuto questo articolo?
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
Rispetiamo la tua privacy
Informativa Privacy e Cookie
Olona Case Immobiliare
Seguici

Condividi
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •