Le ultime Statistiche catastali diffuse dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, a corredo delle proprie serie annuali, evidenziano come nel nostro Paese alla fine del 2017 siano state rilevate quasi 35 milioni di abitazioni (ovvero, di unità immobiliari censite nelle categorie catastali del gruppo A, con l’eccezione della A/10), circa 114 mila unità in più rispetto a quelle che erano state rilevate negli archivi catastali alla fine del 2016.
Nel dettaglio delle singole voci, sono cresciute le unità immobiliari riconducibili alle categorie A/2 (abitazioni civili) e A/3 (abitazioni di tipo economico), A/7 (villini) e A/11 (abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi). Risultano invece essere diminuite le abitazioni signorili (A/1), le abitazioni popolari (A/4), le ville (A/8), i castelli e i palazzi di pregio (A/9), le abitazioni di tipo ultrapopolare (A/5) e le abitazioni di tipo rurale (A/6).
Dello stock abitativo, come intuibile, la gran parte è riconducibile alle persone fisiche (32,3 milioni di unità, per oltre il 92% del totale), mentre marginale è il ruolo delle persone non fisiche (2,6 milioni di unità) e – soprattutto – delle abitazioni che sono censite tra i beni comuni (11 mila unità). Si noti altresì come le due categorie immobiliari più diffuse in Italia siano oramai equivalenti, con la A/2 e la A/3 in grado di attribuirsi 12,7 milioni di unità ciascuna, per un totale di oltre 25,5 milioni di unità, su un totale stock di 35 milioni.
Passando poi ai collegati dati di rendita catastale, il dossier rileva come alle abitazioni censite al 31 dicembre 2017 negli archivi italiani corrisponda una rendita pari a quasi 17 miliardi di euro, quasi 90 milioni di euro in più rispetto a quanto riscontrato nel 2016. Anche in questo caso, lo stock abitativo di proprietà delle persone fisiche presenta una rendita catastale di gran maggioranza, pari a 15,7 miliardi di euro, oltre il 90% del totale. La rendita catastale media ammonta a 485 euro, con un picco di 3.733 euro per la categoria A/9 e un valore minimo mediano di 68 euro per la categoria A/6. In riferimento alle categorie più diffuse, la A/2 è legata a una rendita media di 626 euro, mentre la A/3 porta in dote una rendita media di 420 euro.
Chiudiamo infine con uno sguardo sulle consistenze medie delle abitazioni. Il report dell’OMI ci riferisce infatti come l’abitazione media censita in catasto per il 2017 ha 5,5 vani, con superficie media (calcolata come rapporto tra la superficie catastale complessiva e il numero di unità) pari a circa 117 metri quadri, inferiore a 100 metri quadri per le abitazioni in categoria A/4, A/5, A/6 e A/11 e oltre i 200 metri quadri per le unità nelle categorie A/1, A/8 e A/9.
Ancora in riferimento alle unità immobiliari delle categorie catastali più diffuse sul nostro territorio, ricordiamo brevemente che la categoria A/2, delle abitazioni di tipo civile, ha una superficie media di 126 metri quadri, mentre la categoria A/3, delle abitazioni di tipo economico, ha una superficie media di 110 metri quadri.
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