Rendita catastale abitazioni, valori in crescita dello 0,5% nel 2016

Le ultime statistiche prodotte dall’Osservatorio del mercato immobiliare italiano ci comunicano che nel corso del 2016 le abitazioni censite negli archivi catastali italiani hanno determinato una rendita pari a 16,9 miliardi di euro, lo 0,5% (83 milioni di euro) in più rispetto a quanto non fosse stato rilevato nel corso del precedente 2015. Di tale rendita complessiva, 15,6 miliardi di eruo (il 92% del totale) è riconducibile alle persone fisiche, mentre la restante parte è attribuita alle persone non fisiche (1,3 miliardi di euro) e alle abitazioni censite tra i beni c.d. “comuni” (3 milioni di euro). Continua a leggere Rendita catastale abitazioni, valori in crescita dello 0,5% nel 2016

Mercato residenziale, crescono ancora le compravendite di case

Stando a quanto affermano i più recenti dati OMI, nel primo trimestre del 2017 sono state 122 mila le abitazioni oggetto di compravendita, con un incremento dell’8,6% (circa 10 mila unità) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma quali valutazioni è possibile trarre da tale dato statistico, e dagli altri elementi di osservazione che sono stati elaborati dall’Osservatorio sul mercato immobiliare italiano?

Una forte crescita, solo parzialmente ridimensionata

Il primo spunto che è possibile commentare consiste nell’evidente rallentamento del trend di crescita che era stato possibile sperimentare nel corso dei trimestri precedenti, quando l’incremento su base annua delle compravendite residenziali aveva superato il 15 e il 20%.

Ad ogni modo, il rallentamento della tendenza di crescita non deve certamente stupire: oltre alla facile conclusione legata al fatto che mantenere un simile ritmo di sviluppo sarebbe stato troppo impegnativo anche per un mercato sicuramente dinamico come il residenziale, si può altresì rammentare come – grazie a tale balzo di inizio 2017 – il volume di compravendite immobiliari si siano ora avvicinate ai livelli di maturazione osservati prima dell’avvio della lunga crisi di settore e, soprattutto, prima della caduta del 2012.

Nelle Isole il picco di crescita

Meno significativo è invece il dato legato alla distribuzione territoriale del trend di sviluppo. Tra le varie macro aree dell’Italia, infatti, sono state le Isole a mostrare il tasso di variazione più elevato, pari all’11,9%, influenzato anche dal relativamente basso bacino di compravendite (11 mila). Maggiore è il contributo del Nord, con il Nord Ovest che ha visto compravendute 42 mila abitazioni, e il Nord Est che ha visto compravendute 23 mila abitazioni: in entrambi i casi l’incremento su base annua è stato circa del 10%. Al Centro il rialzo è stato più lieve, pari all’8%, con più di 25 mila abitazioni scambiate; nel Sud ci si è invece fermati al 5,1%, con 21 mila unità compravendute.

Andamento identico tra capoluoghi e non capoluoghi

Spostandoci poi all’analisi del mercato residenziale tra comuni capoluoghi e non capoluoghi, nel corso del primo trimestre 2017 si rilevano dei rialzi delle compravendite sostanzialmente identici nei due comparti, con un balzo dell’8,7% nei capoluoghi e dell’8,6% nei comuni minori.

L’analisi per superficie

Infine, si rileva che, in termini di superficie, delle 122 mila abitazioni compravendute nel primo trimestre 2017, per totali 12,8 milioni di metri quadri, la crescita sarebbe stata del 9,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con oltre un punto percentuale superiore alla crescita osservata per il numero di operazioni di compravendita.

La ragione di questa piccola divergenza è presto individuabile: nel primo trimestre 2017 la superficie media dell’abitazione compravenduta è stata pari a 105 metri quadri, 1 metro quadro in più rispetto al dato dello stesso trimestre del 2016. In merito, le superfici medie più elevati si trovano nel Nord Est (112 metri quadrati), mentre le più piccole si trovano nel Nord Ovest (101 metri quadrati).

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Mutui casa, spread ancora ai minimi storici

Secondo quanto afferma l’ultima Bussola Mutui di Crif, alla fine del primo trimestre 2017 gli spread medi sui mutui a tasso fisso e a tasso variabile permangono su livelli minimi storici, con un’ulteriore contrazione per quanto concerne i migliori spread trimestrali.

Lo studio condotto da Crif ha ipotizzato la richiesta di un mutuo di 140 mila euro su un valore immobile di 220 mila euro (LTV < 65%), per la durata di 20 anni. Ne è derivata una media sui migliori spread a tasso fisso pari a 40 punti base, e di 100 punti base se invece si sposta l’attenzione nei confronti dei mutui a tasso di interesse variabile. Ne consegue altresì l’impressione che, almeno per il momento, il mercato creditizio italiano ha preferito far slittare il prevedibile incremento del costo del denaro per le operazioni di finanziamento immobiliare al secondo trimestre 2017, o ancora oltre. Continua a leggere Mutui casa, spread ancora ai minimi storici

Compravendite immobiliari, crescita a Castiglione Olona nell’ultima parte del 2016

Stando a quanto sanciscono gli ultimi aggiornamenti prodotti dall’Osservatorio Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate in relazione al quarto trimestre 2016, le compravendite immobiliari starebbero continuando a crescere con tassi positivi segnando – nella parte finale dello scorso anno – un incremento delle compravendite pari al 16,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e con punte ancora superiori (+ 18,4%) per quanto concerne le pertinenze, in principale modo riferibili agli immobili al servizio delle abitazioni, come le cantine, i box e i posti auto.

Spostandoci invece sul fronte non residenziale, notiamo come le compravendite di uffici abbiano fatto segnare una progressione del 5,9% su base annua, prolungando così il buon trend del secondo e del terzo trimestre.

compravendite immobiliari

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Italia tra i Paesi europei con la peggiore qualità abitativa

Tra i ben poco meritevoli titoli del nostro Paese, vi è anche quello di nazione dell’area UE28 con la peggior qualità abitativa, eccezion fatta per Polonia, Bulgaria, Lettonia, Ungheria e Romania, che riescono nell’arduo tentativo di far peggio di noi.

qualita abitativa

A rivelarlo è l’Istat, che nel suo dossier sul Benessere Economico e Sociale 2016 (BES), all’interno del quale sottolinea come l’indice di bassa qualità dell’abitazione sia fermo al 9,6% (più o meno sui livelli dell’anno precedente). Ed è quasi una fortuna, visto e considerato che la quota di coloro che vivono in condizioni di sovraffollamento continua a crescere, toccando il 27,8% alla fine dell’anno. Continua a leggere Italia tra i Paesi europei con la peggiore qualità abitativa